astrolabio.itOrvieto: Discarica dei Romani?
Dopo tanto discutere di raccolte differenziate e di economia
circolare, Roma Capitale e la Regione Umbria non trovano di meglio,
per risolvere le proprie emergenze rifiuti organici, che ampliare
la discarica di Orvieto. La presidente degli Amici della Terra non
ci sta e attacca. In gran parte dItalia, dove è carente
linfrastruttura industriale dedicata alla gestione dei rifiuti, le
emergenze legate delligiene urbana, al ciclo dei rifiuti, al
recupero di risorse si fanno sempre più gravi. Si
moltiplicano i contratti per trattamenti sommari
dellindifferenziato che trasformano i rifiuti urbani in rifiuti
speciali e, grazie a un diverso codice identificativo, permettono
di esportarne quantitativi crescenti fuori dai confini regionali o
nazionali, in deroga al principio di prossimità. Si
moltiplicano gli incendi, colposi o dolosi, dei capannoni di
stoccaggio che causano gravissime crisi ambientali e rendono sempre
più preoccupante la contiguità del settore con la
criminalità organizzata. Il tentativo attuato dal Governo
nel 2016, con lart. 35 del decreto Sblocca Italia, di procedere
alla ricognizione, regione per regione, degli impianti necessari
alla chiusura del cerchio dei rifiuti con il recupero di materiali
ed energia, non ha prodotto risultati rilevanti: nella gran parte
dei casi le regioni e i comuni si sono sottratti alla
responsabilità di definire la propria pianificazione e
persino di accettare provvedimenti sostitutivi. Fra queste regioni,
lUmbria registra da tempo un pesante deficit delle strutture di
smaltimento tanto da richiedere a più riprese di destinare i
propri rifiuti ad impianti delle regioni confinanti. Ora che si
avvicinano le elezioni regionali, al danno si aggiunge la beffa. Il
presidente della Regione Catiuscia Marini, che si è dedicata
con fervore a cercare di evitare limpianto di incenerimento con
recupero di energia previsto per lUmbria dalliter attuativo del
decreto Sblocca Italia, vorrebbe risolvere i problemi di
smaltimento dei rifiuti umbri guarda un po che novità -
ampliando la discarica esistente sulla collina di fronte alla
cattedrale di Orvieto. Il progetto che lassessore vorrebbe
facilitare è un vecchio progetto della società che
gestisce la discarica, controllata da Acea, lazienda partecipata
del Comune di Roma. Naturalmente, Acea, ha previsto di ampliare la
discarica delle Crete con un impianto per lo smaltimento di rifiuti
organici non solo umbri ma - già che ci si trova anche
romani. Il Comune di Roma infatti, è un altro grande
produttore di rifiuti che non intende provvedere allo smaltimento
e, connivente la Regione Lazio (nonostante il diverso colore
politico di Sindaco e Governatore), è costretto a spedire i
propri rifiuti organici a Pordenone, con notevole aggravio della
tariffa a carico degli utenti romani. Sul progetto di ampliamento,
la Sovraintendenza Belle arti e Paesaggio dellUmbria aveva espresso
anche in passato un netto parere negativo e il Consiglio comunale
di Orvieto ha espresso per la seconda volta la propria
contrarietà. Ma, a mantenere alta lattenzione sul progetto
è ancora una volta il club degli Amici della Terra di
Orvieto che ha presentato alla Conferenza dei Servizi le proprie
osservazioni al progetto e rendendo evidenti le inadempienze
regionali. Allassessora Cecchini sono saltati i nervi, fino al
punto da dichiarare che il parere del Consiglio Comunale di Orvieto
sarebbe irrilevante. Nelle sue controdeduzioni alle osservazioni
degli Amici della Terra, l'Acea attacca inopinatamente
lassociazione, esprime giudizi sulle sue battaglie, in particolare
su quelle in difesa del paesaggio: gli ambientalisti non si
sarebbero mobilitati allo stesso modo contro le attività di
cava. In questo modo, ben oltre la sua veste di attore
imprenditoriale, lAcea sceglie di esprimersi con un proprio profilo
politico - osserva Monica Tommasi, presidente nazionale degli Amici
della Terra e fondatrice del club di Orvieto dunque, ci permettiamo
di rispondere sullo stesso tono e snocciola: gli Amici della Terra
di Orvieto, la battaglia contro le grandi cave lhanno fatta a
partire dal 2006; non è una opinione degli Amici della Terra
ma è una legge regionale (1/2015) e il Piano territoriale
provinciale della provincia di Terni a tutelare le creste e le
sommità dei rilievi. E già molto grave che sia stato
costruito un gigantesco capannone per il trattamento dei rifiuti
nella collina più visibile dal Duomo. In ogni caso, non
pensiamo che la valutazione del paesaggio umbro spetti alla
Municipalizzata di Roma che farebbe meglio a spendere il suo
profilo politico per evitare che la capitale scarichi i propri
problemi su altri territori- continua Tommasi - lAcea aggrava
già questo territorio portando in discarica i fanghi di
depurazione della Capitale e di gran parte della regione Lazio. Ora
vorrebbe portarci anche grandi quantità di rifiuti organici
romani quando Roma, che è il comune agricolo più
grande d'Europa, ha vaste aree da utilizzare per costruire impianti
di trattamento per trattare il proprio rifiuto organico. E
impensabile che le esigenze di Roma, del Lazio e della stessa
regione Umbria possano essere risolte ampliando ulteriormente la
discarica di fronte alla cattedrale di Orvieto conclude Tommasi nel
proprio comunicato - ancora una volta ricordiamo che la Regione
Umbria, che vorrebbe risolvere i propri problemi favorendo questo
progetto dellAcea, sta venendo meno alla legge e ai propri doveri.
Innanzi tutto alle norme europee che impongono di chiudere il ciclo
dei rifiuti minimizzando le discariche che non dovrebbero
accogliere oltre il 10% dei rifiuti. E alla legge dello Stato che
la obbligava a costruire gli impianti industriali necessari a
recuperare materia ed energia.