greenreport_itGiornata mondiale della Terra: lo spreco alimentare vale l’8% delle emissioni globali di gas serra
Giornata mondiale della Terra: lo spreco alimentare vale l8% delle
emissioni globali di gas serra Bcfn: «Ci stiamo mangiando le
risorse della Terra: ne consumiamo più di quante il Pianeta
sia in grado di produrne» [20 aprile 2018] Secondo un
briefing della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition
(Bcfn), presentato in previsione della Giornata mondiale della
Terra che si celebra il 22 aprile, « Nel 2017 abbiamo
consumato più risorse naturali di quante il Pianeta fosse in
grado di rinnovarne in un anno. A partire dal 3 agosto, infatti,
abbiamo vissuto a credito, usando cioè risorse che non sono
mai più state rimpiazzate. Buona parte delle stesse sono
servite per produrre cibo, anche se poi 1/3 di quegli alimenti
è stato gettato o sprecato generando circa l8% delle
emissioni globali di gas serra. Così tante emissioni di gas
serra che, se lo spreco alimentare fosse un Paese, vedrebbe solo
Cina e Stati Uniti fare peggio. Lo spreco, però, è
anche sinonimo di sovrasfruttamento del territorio, inteso come
terra che viene usata per coltivare cibo che alla fine nessuno
mangia. Ridurlo potrebbe far risparmiare fino a 1,4 miliardi di
ettari di terreno (ossia il 30% della superficie agricola
disponibile». Ma Bcfn fa notare che questo comporta anche
»un danno sociale, che si ripercuote su alcune della grandi
sfide che lAgenda 2030 dellOnu ci invita a vincere: dalla fame nel
mondo alla produzione di reddito, fino alla crescita economica dei
Paesi. Insomma, se vogliamo raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile non possiamo non tener conto del modo in cui consumiamo
e produciamo il cibo». Ludovica Principato, ricercatrice
Fondazione Bcfn e ricercatrice delluniversità Roma Tre,
evidenzia che «Produzione del cibo, sovrasfruttamento delle
risorse della Terra e spreco alimentare sono elementi che ci
separano dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile. Se vogliamo puntare alla fame zero non possiamo
trascurare che limpatto dello spreco alimentare, nei Paesi
sviluppati, vale 222 milioni di tonnellate di cibo, quasi quanto la
produzione alimentare disponibile dellAfrica sub-sahariana (230
milioni di tonnellate). Se vogliamo salvare le nostre acque, non
possiamo non ricordare che lo spreco di cibo è
ancheresponsabile di una perdita di acqua equivalente al flusso
annuale del fiume Volga in Russia[5]. Insomma, se vogliamo
migliorare e preservare il Pianeta in cui viviamo dobbiamo partire
anche dal nostro rapporto col cibo, dal modo in cui lo produciamo e
da quello che mangiamo» Secondo la Fao, «Nel mondo, il
45% di frutta e verdura viene sprecato», sia a livello
industriale, a causa di fattori climatici e ambientali sfavorevoli
che di surplus produttivi; sia a livello domestico, perché
compriamo troppo o non conserviamo bene i cibi. Bcfn fa notare che
«In Europa circa il 42% di quello che compriamo finisce nella
spazzatura perché andato a male o scaduto prima di essere
consumato. Eppure esistono Paesi che si stanno distinguendo per la
lotta alla cattiva gestione del cibo. Secondo il Food
Sustainability Index, Francia, Germania e Spagna rappresentano le
realtà che più di tutte hanno compiuto dei passi
concreti nella riduzione di questo fenomeno. Di contro, Indonesia,
Libano ed Emirati Arabi sono i Paesi che devono compiere i passi
più importanti per superare questo problema». Secondo
la Fondazione Bcfn, «LItalia si distingue per i passi
compiuti nella lotta allo spreco: confrontando lIndex 2016 con
quello 2017, alla voce Cibo sprecato (% della produzione alimentare
totale del Paese) riferito alla filiera alimentare e non al consumo
domestico si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a
quello prodotto, al 2,3% del 2017. Il merito è delle
politiche messe in campo, come avvenuto con la Legge Gadda che ha
semplificato le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti
e puntato al recupero di cibo da donare alle persone più
povere. Gli sforzi maggiori andranno focalizzati, invece, sullo
spreco domestico. Ogni anno gli italiani gettano in media 145 kg di
cibo pro capite, più di quanto potrebbe consumare mediamente
in 1 anno una famiglia di 3 persone, mentre la frutta e gli ortaggi
che gettiamo via nei punti vendita comporta lo spreco di più
di 73 milioni di metri cubi dacqua (usata per produrli), ovvero
36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri».