greenreport_itCai ed Envipark insieme per rendere sostenibili i rifugi alpini
Cai ed Envipark insieme per rendere sostenibili i rifugi alpini Nel
Rifugio Torino migliorata lefficienza energetica del 20% e
riduzione 21 tonnellate di CO2 allanno [18 giugno 2018] Il progetto
internazionale Life Sustainhuts, finanziato dallUnione Europea e al
quale in Italia partecipano il parco tecnologico di Torino
Environment Park e Club alpino italiano (Cai) Torino, punta a
«Incentivare luso di fonti di energia rinnovabile e
implementare la sostenibilità ambientale dei rifugi alpini,
grazie alla riduzione delle emissioni inquinanti, allottimizzazione
del consumo e la gestione di energia e allisolamento con materiali
innovativi e riciclati». Il Life Sustainhuts ha lobiettivo di
modernizzare e ottimizzare lenergia in 9 rifugi di Spagna, Italia e
Sloveni, ha una durata di 4 anni ed è sviluppato da un
consorzio composto da Cai Torino, Environmental Park Aragon
Hydrogen Foundation, coordinatore del progetto, e Aragonese
Mountaineering Federation (Spagna); Development Centre for Hydrogen
Technologies e università di Lubiana (Slovenia). Alla sua
conclusione saranno elaborate delle guide metodologiche volte a
replicare le soluzioni sviluppate nei rifugi, facendo così
in modo che i miglioramenti ambientali ottenuti potranno essere
replicati in altre strutture. Cai ed Environment Park hanno unito
le forze per modernizzare e rendere ancora più sostenibile
il Rifugio Torino, a 3.375 metri di quota sul Colle del Gigante,
nel massiccio del Monte Bianco, e raggiungibile in 15 minuti dal
comune valdostano di Courmayeur con la nuova funivia Skyway
Montebianco. Al Cai Torino spiegano che «Lobiettivo è
quello di migliorare lefficienza energetica della struttura del
20%, ridurre le emissioni di CO2 fino a 21 tonnellate allanno e
quelle di NOx (ossidi di azoto) fino a 0,5 tonnellate allanno,
dando vita a un modello virtuoso e replicabile su realtà
analoghe». Per raggiungere questi ambiziosi risultati, la
facciata sud del rifugio è stata coperta con 28 pannelli
fotovoltaici, che permettono il riscaldamento delle due stanze
destinate agli alpinisti e alle guide. «Inoltre aggiungono
allEnvironment Park ledificio è stato dotato di un
innovativo sistema di recupero dellacqua piovana e da quella
ricavata dallo scioglimento della neve: attraverso cavi posti nelle
grondaie del vecchio rifugio, lacqua viene trasportata in vasche di
accumulo nel rifugio nuovo e filtrata e utilizzata in cucina. Anche
le acque grigie vengono filtrate, accumulate e riutilizzate negli
impianti igienici limitando così lo spreco di acqua e
abbattendo i costi di trasporto a valle». Impianti che sono
stati ultimati negli ultimi mesi e da poco è iniziato un
periodo dimostrativo che durerà fino a fine progetto, nel
2020, una fare durante la quale i tecnici di Environment Park
raccoglieranno i dati necessari per valutare la
replicabilità di questo modello. Lamministratore delegato di
Environment Park, Davide Canavesio, sotolinea che «Da sempre
Environment Park organizza e supporta iniziative che offrano
soluzioni a impatto zero per il pianeta, puntando sullinnovazione e
sul riutilizzo dei materiali. Per questo motivo aderiamo con
impegno a un progetto internazionale come Sustainhuts. In
collaborazione con Cai vogliamo rendere ancora più
sostenibile il Rifugio Torino, nel rispetto della natura
circostante e delle nostre magnifiche montagne, con lobiettivo di
creare un modello virtuoso e replicabile». Il vice presidente
Cai Torino, Osvaldo Marengo, «Il Cai Sezione di Torino,
sempre attivo nel mantenere in efficienza le proprie strutture, da
alcuni anni ricerca soluzioni innovative che riducano gli
interventi di manutenzione e che facilitino il lavoro dei gestori,
ma soprattutto che siano rispettose dellambiente: riducendo i
consumi energetici e utilizzando il più possibile le risorse
naturali. Anche il problema sempre più attuale della
mancanza di acqua nei rifugi è stato affrontato e risolto
con soluzioni economicamente sostenibili, che tra laltro
garantiscono il ritorno degli investimenti in pochi anni. Pensiamo
che queste soluzioni possano essere desempio e possano essere
applicate anche in altri rifugi, non solo quelli del Club Alpino
Italiano».