astrolabio.itAppello per la Tutela delle Api
La «Carta di San Michele allAdige» è un
documento stilato e firmato da esponenti della ricerca scientifica
e da personalità di rilievo del mondo dellapicoltura e
dellambientalismo, che vuole sottoporre alle amministrazioni
pubbliche ad ogni livello lurgenza di accordare unadeguata
protezione faunistica allApis mellifera (Linnaeus, 1758) e, in
particolar modo, alle sue sottospecie autoctone. La Carta di San
Michele allAdige, promossa dalla Fondazione Edmund Mach, è
stata presentata al pubblico, nei giorni scorsi, dal Presidente
Andrea Segrè. Il documento, comprende unaccurata descrizione
delle caratteristiche della specie che, pur essendo gestita dagli
apicoltori da molti millenni, non può essere considerata un
animale domestico e, in quanto insetto pronubo, svolge un ruolo
insostituibile per la conservazione della biodiversità e
quindi nel mantenimento degli equilibri naturali stessi, senza
contare limpatto sulle produzioni agricole. LApis mellifera
è un insetto originariamente distribuito in gran parte
dellEuropa, tutta lAfrica (compreso il Madagascar), il Medio
Oriente, parte della Penisola Arabica e alcune zone dellAsia
Centrale. DallEuropa lape mellifica e stata poi introdotta nelle
Americhe, in Asia ed in Oceania. Come per tutte le specie
selvatiche, il percorso evolutivo e le attuali caratteristiche
biologiche dellape mellifica, rendono fondamentale per questa
specie ladattamento allambiente in cui vive. Questo adattamento
alla moltitudine di condizioni ambientali presenti nel suo vasto
areale originario, unitamente alle vicissitudini geologiche e
climatiche delle ere passate, ha determinato la suddivisione di
Apis mellifera in 31 sottospecie, ognuna originariamente ben
adattata alla propria area geografica. Il Bacino del Mediterraneo,
per la sua grande varietà di ambienti, esprime la maggiore
diversità intraspecifica. Nellultimo secolo e mezzo, i
progressi tecnologici generali e interni al mondo dellapicoltura
stessa, hanno pero involontariamente causato un devastante
impoverimento genetico di molti di questi popolamenti locali, con
evidenti ripercussioni sotto laspetto produttivo e sanitario,
mettendo in serio pericolo la conservazione, in Europa, delle
sottospecie autoctone di Apis mellifera. La valutazione di quanto
il depauperamento delle sottospecie di Apis mellifera stia
provocando ripercussioni negative sugli equilibri ecologici e sul
sistema di produzione degli alimenti è in corso, mentre sono
noti ed evidenti gli effetti negativi che questa problematica sta
producendo allapicoltura. Nella Carta sono esposti in modo puntuale
gli argomenti scientifici a supporto di questa visione, sulla base
dei quali si potrà procedere, secondo varie modalità
operative, ad azioni concrete volte alla salvaguardia dellape
mellifica anche e soprattutto come entità biologica. Il
documento non vuole contrapporsi alle azioni intraprese dal mondo
dellapicoltura, ma contribuire ad una visione più globale
del gravissimo problema del declino delle api mellifiche. Molte
organizzazioni ed enti si stanno impegnando per la salvaguardia
delle api mellifiche, e molte azioni concrete di sensibilizzazione
delle amministrazioni politiche a tutti i livelli sono state e sono
portate avanti in Italia e in Europa. La maggior parte di queste
azioni sono però inquadrate principalmente in relazione
allapicoltura ed hanno dunque una impostazione di tipo più
zootecnico che naturalistico. Siamo consapevoli del valore di
queste operazioni di sensibilizzazione e tutela che condividiamo
-sostengono i firmatari - ma vorremmo, con questo documento,
stimolare le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli,
affinché mettano in atto azioni volte a tutelare le api
mellifiche e le relative sottospecie autoctone e in questo modo
garantire anche una concreta salvaguardia dellambiente e, come
dimostrato da unampia letteratura scientifica, dellapicoltura
stessa. Le future strategie di tutela dovrebbero dare
priorità a - definire un database nazionale del patrimonio
di Apis mellifera, su base morfometrica e genetica, da collegare
allAnagrafe Apistica, quale strumento fondamentale per
regolamentare e gestire al meglio il patrimonio, la movimentazione
e il commercio di api; - rafforzare la ricerca apidologica per
sostenere adeguate strategie di conservazione, favorendo gli studi
volti ad individuare e valorizzare linee genetiche locali e
determinare l'impatto di specie invasive (piante, animali,
parassiti e patogeni), integrando queste informazioni per
comprendere il potenziale impatto dei cambiamenti climatici
sull'attuale diversità delle api; - favorire le politiche
volte a minimizzare la perdita di habitat e rendere i paesaggi
agricoli bee-friendly. Si tratta dunque di tutelare lApis mellifera
(nelle sue sottospecie autoctone, Apis mellifera ligustica nella
penisola e in Sardegna e Apis mellifera siciliana in Sicilia, e i
relativi ecotipi locali), come specie concludono gli studiosi - non
in contrapposizione al lavoro di selezione svolto dagli apicoltori,
ma in armonia con esso e con assodati principi di conservazione
della biodiversità apistica e dei servizi ecosistemici ad
essa collegati.