greenreport_itDecreto blocca trivelle, No-Triv: «Rischia di avere vita breve»
Decreto blocca trivelle, No-Triv: «Rischia di avere vita
breve» Arrigoni (Lega): emendamento M5S profondamente
sbagliato. Crippa: ma non eravate contrari alle trivelle? [11
Gennaio 2019] Dopo che il ministero dello sviluppo economico ha
preannunciato limminente discussione nelle Commissioni riunite
Affari Costituzionali, Lavori Pubblici, Comunicazioni, di un
emendamento blocca trivelle al Decreto Semplificazione, Il
Coordinameto nazionale NO-Triv fa notare che «Dellemendamento
non è stato reso disponibile il testo (definito
blindatissimo da fonti giornalistiche); sicché sarà
possibile esprimere una valutazione compiuta solo quando lo stesso
sarà di pubblico dominio nella sua formulazione
ultima». Ma gli anti-trivelle aggiungono che «Stando
alla lettera del comunicato diramato dal Mise, un emendamento
così congegnato potrebbe correre il rischio di avere vita
corta. Preliminarmente, facciamo presente che le attività
upstream non rivestono più carattere strategico, di urgenza
e indifferibilità, da tre anni a questa parte; esattamente
da quando, nel Dicembre 2015, il Parlamento inserì una norma
ad hoc nella Legge di Stabilità 2016, recependo il contenuto
di uno dei sei quesiti No Triv depositati in Cassazione. Laspetto
concernente la pubblica utilità non fu preso in
considerazione, allora, perché a rischio di censura da parte
della Corte Costituzionale». ll Coordinamento ricorda che il
Piano per la transizione energetica Sostenibile delle aree idonee
(Ptesai) «Si rifà concettualmente a quel Piano delle
Aree abrogato dalla Legge di Stabilità 2016 per eludere uno
dei sei quesiti referendari No Triv, in seguito rilanciato, sempre
da No Triv, a più riprese e, in ultimo, insieme al Pacchetto
Volontà e ad una nota indirizzata nei giorni scorsi al
Ministro dellAmbiente. Il Piano è stato anche oggetto di ben
quattro disegni di legge presentati nel corso della precedente
legislatura. Se ben articolato nel metodo e nei contenuti, si
tratta di uno strumento utile e necessario nellottica della
regolamentazione di un settore ad elevata impronta
ecologica». Ma il sottosegretario Davide Crippa (M5S), ha
evidenziato che «Lemendamento prevede &.. che, fino
allapprovazione del Ptsai, con un termine massimo di tre anni,
saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già
rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi
permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di
idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il
rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre
permessi rilasciati nel mar Ionio». Secondo i NO-Triv,
«Questo passaggio è quello che presenta forti
criticità, prestando fin troppo facilmente il fianco al
rischio di possibili contromisure delle compagnie Oil&Gas. Sul
punto è bene chiarire subito che un conto è
sospendere i procedimenti in corso -divenuti 36 contro i 40 del
sottosegretario Crippa di qualche giorno fa fino allapprovazione
del Piano; mentre tuttaltra cosa è sospendere e poi
revocare, sulla base dello stesso Piano, i permessi di prospezione
e ricerca già rilasciati, compresi i tre di Global Med nello
Ionio. Il primo provvedimento di revoca di un permesso già
rilasciato che il Mise dovesse adottare sulla base di questa norma,
verrebbe immediatamente impugnato dinanzi al Tar dalla
società che ne detiene la titolarità. La norma blocca
trivelle, posta al vaglio della Corte Costituzionale, finirebbe per
essere dichiarata illegittima con tutte le conseguenze del
caso». I sospetti dei No-Triv vengono confermati dalla
freddezza ostile con la quale la Lega di Salvini ha accolto
lannuncio dellemendamento targato M5S, aprendo una nuova crepa nel
governo del cambiamento: il senatore legista Paolo Arrigoni ha
scritto che «Lemendamento sulle trivelle al DL
semplificazione del M5S è profondamente sbagliato. Il
provvedimento bloccherebbe qualsiasi nuova attività anche
oltre le 12 miglia dalla costa, mettendo ulteriormente in
difficoltà il nostro Paese, che già dipende per l80%
dellenergia dallestero, con un conseguente costo delle bollette di
luce e gas per famiglie e imprese italiane maggiore rispetto a
quelle degli altri paesi. La tutela dellecosistema può
convivere con queste attività, che comunque non prescindono
da rigorose valutazioni di impatto ambientale. Così facendo
si esporrebbe a elevato rischio di chiusura un comparto
imprenditoriale di eccellenza del nostro paese, con perdita sicura
di centinaia di posti di lavoro. La sospensione per due anni di
tutte le attività di ricerca e prospezione già
autorizzate e la previsione ex-post della revoca dei permessi
già rilasciati farebbe correre al nostro paese il rischio di
pesanti contenziosi in sede arbitrale a livello internazionale con
fortissime ricadute sullerario e dunque sugli italiani che
sarebbero costretti a pagare pesantissime conseguenze». Il
sottosegretario Crippa ha risposto di essere molto stupito per le
dichiarazioni di Arrigoni: «In primo luogo perché la
Lega, in più occasioni, ha espresso la propria
contrarietà alle trivellazioni. Inoltre, ci sono numerose
imprecisioni nelle parole del senatore. La produzione di petrolio e
gas sul nostro territorio supera a stento il 10% del consumo di
queste fonti e le bollette delle famiglie dipendono da altri
fattori. Infine, ricordo che lemendamento prevede proprio la messa
a punto di un Piano per tutelare lecosistema, individuando aree
idonee con conseguente valutazione degli impatti in termini
ambientali. Il tutto a vantaggio dei territori e delle popolazioni
che sono costantemente minacciate dai rischi connessi dalle
attività di ricerca ed estrazione».