greenreport_itCogliere le opportunità economiche della mitigazione dei rischi del cambiamento climatico
Cogliere le opportunità economiche della mitigazione dei
rischi del cambiamento climatico Ma bisognerebbe lasciare sotto
terra il 60-80% delle riserve di carbone, petrolio e gas delle
multinazionali [12 Luglio 2019] Anra, lassociazione che dal 1972
raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni
aziendali, è convita che «I cambiamenti climatici
stanno influenzando profondamente le scelte industriali, di consumo
e di investimento, oltre al nostro stile di vita. In questo
contesto» e per questo ha scelto di aderire al progetto
Disclosure, Measurement, Management and Mitigation of Climate
Change Risk for Companies (DeRisk-Co), promosso dalla Fondazione
Eni Enrico Mattei Feem, «con lo scopo di accrescere la
conoscenza dei rischi connessi al cambiamento climatico, promuovere
lo scambio di esperienze e sviluppare strumenti gestionali utili
alle imprese italiane». Nel corso di un webinar tenuto da
Margherita Gagliardi, communication and design manager di Carbon
Tracker, un think tank finanziario indipendente, è stato
presentato lo strumento di analisi Well below 2D scenario che
fornisce una nuova visione dellesposizione delle compagnie
petrolifere e del gas ai rischi derivanti dalla transizione
energetica legata ai cambiamenti climatici. Ad Anra spiegano che
«Basato su una serie di metriche quantitative derivate da
unanalisi dettagliata e lungimirante dei portafogli attuali delle
compagnie, questo strumento permette di mappare levolversi del
processo di transizione che lindustria dei combustibili fossili sta
portando avanti per rimanere entro il budget di massimo 2°C di
incremento del riscaldamento globale. Il tool è utilizzato
da 70 compagnie petrolifere e del gas per analizzare limpatto sul
clima di progetti di esplorazione e produzione di petrolio e gas
naturale, e attraverso lindividuazione di progetti con costi ed
emissioni di carbonio minori, permette di rivalutare la
fattibilità di quelli maggiormente impattanti, e di
conseguenza di ripensare il modello di business. Consente inoltre
agli investitori di individuare i progetti che implicano risorse
più pulite ed efficienti in termini di costi, così
come identificare quelli al di fuori del target di 2°C, che
quindi comportano un rischio maggiore di ottenere scarsi rendimenti
o di essere bloccati, supportandone le decisioni e permettendo di
trasferire dunque capitale ai progetti con costi e emissioni di
carbonio più ridott»i. E qui vengono i problemi per le
compagnie fossili: come conferma Anra, «Dalle analisi
è emerso, ad esempio, che, affinché si abbia una
possibilità di non superare la soglia di +2° C di
riscaldamento globale, il 60-80% delle riserve di carbone, petrolio
e gas appartenenti a società quotate non potranno essere
utilizzate come combustibili». Naturalmente per non superare
la soglia di sicurezza di +1,5° C raccomamdata dallAccordo di
Parigi e ribadita dallIpcc, sotto terra dovrebbero rimanerci ancora
più combustibili fossi& però le compagnie
petrolifere e del gas continuano ad estrarne più di prima e
a chiedere nuove concessioni e trivellazioni anche dove limpatto
ambientale e climatico sarebbe più devastante, come
nellArtico e vicino alle barriere coralline o nel Mediterraneo. Uno
degli esempi degli impatti dei cambiamenti climatici e degli
estremi meteorologici sullindustria fossile è quanto
successo ieri nel Golfo del Messico dove lintensificarsi in uragano
della tempesta tropicale Barry ha tagliato più della
metà della produzione petrolifera della regione, con le
compagnie energetiche che sono state costrette ad evacuare il loro
personale da quasi 200 impianti offshore e da una raffineria
costiera. Secondo lUS Offshore Safety and Environmental
Enforcement, il taglio momentaneo della produzione nellarea
centro-settentrionale del Golfo del Messico Usa è stato di
oltre 1 milione di barili al giorno di produzione di petrolio, il
53%, mentre il taglio della produzione di gas è arrivato a
1,2 miliardi di piedi cubi al giorno. Il National Weather Service
ha detto che Barry potrebbe diventare un uragano di categoria 1 con
venti ad almeno 74 miglia allora, provocando grandi onde e portando
lacqua delloceano fino allinterno del Mississippi, aggravando le
inondazioni già causate da forti piogge. Il presidente Anra
Alessandro De Felice conclude: «Alla maggior parte delle
aziende mancano una solida metodologia e degli strumenti per
valutare limpatto dei rischi legati al clima, un argomento
più che mai attuale e con un numero crescente di attori
chiamati a confrontarsi con gli impatti fisici che questi
comportano, e con quelli economici della transizione energetica
industriale. Siamo orgogliosi di supportare progetti come
DeRisk-CO, fondamentali trasmettere non solo la consapevolezza di
questa grande transizione in atto, che guarda sempre più
alle nuove fonti e a modelli di business resilienti, ma anche a
sviluppare e far conoscere tool aziendali utili a valutare la
sostenibilità dei propri progetti, dando la
possibilità di ricorrere a risorse più pulite ed
efficienti in termini di costi e a rinunciare a quelle che
comportano invece un rischio ambientale e climatico
maggiore».